Questo lavoro, frutto combinato della mia ricerca di dottorato all’Università di Peradeniya in Sri Lanka e della mia personale esperienza di monaco meditante, si propone uno studio dettagliato della teoria e della prassi della meditazione di presenza mentale secondo il Satipatthana Sutta, nel contesto canonico e filosofico del buddhismo antico
La presenza mentale e il modo corretto di applicarla sono senza dubbio argomenti cruciali per chiunque aspiri a percorrere il sentiero di liberazione del Buddha. Ma per comprendere e praticare adeguatamente la meditazione di presenza mentale bisogna prendere in considerazione le istruzioni originarie del Buddha sul satipatthana. Di conseguenza, il mio studio si incentra in particolare sui discorsi conservati nei quattro Nikaya principali e nelle parti storicamente più antiche del quinto Nikaya in quanto fonti di massimo rilievo. Satipatthana è una pratica. Nell’intento di dare un risvolto pratico alla mia indagine ho consultato una serie di manuali di meditazione moderni e pubblicazioni affini. La mia scelta è stata dettata soprattutto dall’accessibilità del materiale, ma spero comunque di aver incluso un numero sufficientemente rappresentativo di insegnanti di meditazione. Oltre a ciò mi sono avvalso di monografie e articoli accademici sul buddhismo antico per illustrare il modello filosofico e il contesto storico al cui interno va collocato il Satipatthana Sutta, fornendo così il retroterra necessario per intendere certi passi o espressioni presenti in questo discorso.
Ho tenuto il corpo del testo sgombro, per quanto possibile, da citazioni dirette e annotazioni al margine per preservarne scorrevolezza e leggibilità; tuttavia, ho fatto ampio uso delle note a piè di pagina per rinviare a concetti di particolare rilievo e fornire informazioni aggiuntive. A un primo approccio, il lettore non specialista potrebbe decidere di concentrarsi sul testo principale e prendere in considerazione il contenuto delle note in un secondo momento. La mia esposizione segue puntualmente la sequenza interna del discorso, ma non si limita a un semplice commento e fa posto a brevi digressioni che esplorano aspetti rilevanti e forniscono informazioni di base necessarie a una migliore comprensione delle sezioni del testo via via esaminate.
Il primo capitolo tratta di aspetti generali e della terminologia satipatthana. I tre capitoli successivi sono dedicati al secondo paragrafo del Satipatthana Sutta, che ho chiamato “definizione”, in particolare al significato di sati e al ruolo della concentrazione. Nel quinto capitolo mi occupo di una serie di istruzioni ripetute in tutto il discorso dopo ognuno degli esercizi meditativi, che ho definito il “ritornello”.
Con il sesto capitolo comincio a esaminare gli esercizi del “cammino diretto” della meditazione di presenza mentale, ossia la contemplazione del corpo, delle sensazioni, della mente e dei dhamma. Terminata l’analisi delle singole pratiche meditative passo al paragrafo finale del discorso e al significato di Nibbana. In conclusione, cerco di mettere in evidenza alcuni aspetti fondamentali del satipatthana
e di valutarne la portata.
In generale, l’obiettivo della mia ricerca non è proporre un’interpretazione particolare, quanto avanzare ipotesi e riflessioni capaci di schiudere nuove prospettive sul satipatthana e ispirare il lettore a
intraprenderne in concreto la pratica.
Per ricevere gratuitamente la versione cartacea contattate direttamente il Monastero Santacittarama che ha curato questa edizione. www.santacittarama.org
Bhikkhu Analayo è nato in Germania nel 1962 e ha ricevuto l’ordinazione monastica in Sri Lanka nel 1995. Nel 2000 ha completato una tesi di dottorato sul Satipatthana Sutta all’Università di Peradeniya, la cui edizione rivista e ampliata pubblicata nel 2003, già tradotta o in corso di traduzione in quattordici lingue, è offerta qui in italiano. Nel 2007 Analayo ha presentato uno studio comparato dei discorsi del Majjhimanikaya con le versioni parallele preservate in cinese, sanscrito e tibetano come tesi di abilitazione alla libera docenza presso l’Università di Marburgo. Autore di oltre trecento pubblicazioni tra libri ed articoli accademici, è professore ordinario di studi buddhisti presso il Numata Center for Buddhist Studies dell’Università di Amburgo, co-direttore dell’Agama Research Group presso il Dharma Drum Institute of Liberal Arts (Taiwan), e membro del Barre Center for Buddhist Studies di Barre Massachusetts), dove attualmente risiede. Bhikkhu Analayo trascorre la maggior parte del proprio tempo in meditazione solitaria, e conduce ritiri di studio e pratica in Europa, Asia, Australia e Stati Uniti.
Bikkhu Analayo è un professore al Numata Center for Buddhist Studies presso l'Università di Amburgo. È autore di numerosi articoli e libri accademici su aspetti del Buddhismo antico, tra cui Satipatthana: The Direct Path to Realization (Windhorse 2003 e in Italiano Satipatthana – Il Cammino diretto – Scaricabile dalla sezione Libri Consigliati Gratuiti – Collana Libri Biblioteca Vipassana ), Perspectives on Satipatthana (Windhorse 2013), The Genesis of the Bodhisattva Ideal (Hamburg University Press, 2010) The Dawn of Abhidharma (Hamburg University Press 2014), Rebirth in Early Buddhism and Current Research (Wisdom 2018) e molte traduzioni dai gamas cinesi, con il confronto con suttas paralleli del Pali Nikayas.
In italiano:
www.bibliotecavipassana.org
In inglese :
www.pariyatti.org
In Italia:
www.atala.dhamma.org
Nel mondo:
www.dhamma.org
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